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Prato, una città che cambia

LA CULTURA / Belle trame in mostra dall'Ermitage

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16 Giugno 2008


Per quarant'anni, a Prato, si è pensato molto a lavorare e poco a fare cultura. Oggi che ci si interroga su quali attività affiancare al manifatturiero per rilanciare lo sviluppo del territorio, si comincia a guardare alla cultura e all'arte come strumenti per promuovere il turismo. I numeri di partenza sono piccoli (504mila presenze nel 2007, +0,9% sull'anno precedente), e dunque i margini di crescita elevati.
«Per attirare e accogliere il pubblico c'è da fare ancora molto a livello di infrastrutture e di comunicazione», sottolinea Daniela Degl'Innocenti, 43 anni, storica dell'arte e conservatrice del Museo del tessuto di Prato, 8mila reperti dal periodo cristiano copto a quello contemporaneo, con una sezione dedicata alle produzioni del distretto tessile che darà le "gambe" alla mostra sui tessuti per lo sport ("Superhuman performance"), che si aprirà venerdì prossimo.
Proprio il Museo del tessuto, ospitato in una ex fabbrica tessile nel centro città e gestito da una fondazione pubblico-privata, ha tentato negli ultimi anni di innalzare il livello di produzione culturale e di appeal territoriale con una serie di mostre, da quella sul tessuto scozzese a quella su Thayaht, inventore della tuta. Il "grande evento" per promuovere l'immagine di Prato - che seguirà il restauro dell'eccezionale ciclo di affreschi di Filippo Lippi nel Duomo, inaugurato nel maggio 2007 - è previsto per l'autunno 2009. Si tratta di una mostra nata dalla collaborazione con il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, che porterà a Prato la collezione tessile del museo russo (finora mai uscita), frutto della grande stagione produttiva del Rinascimento italiano, e i dipinti a essa "collegati" di grandi artisti, tra cui Tiziano. La mostra, promossa dalla Provincia di Prato con tutte le istituzioni cittadine, sarà organizzata per la prima volta da una società specializzata in eventi culturali come Villaggio globale international. «Sarà un grande appuntamento», afferma Degl'Innocenti, che sarà una delle curatrici della mostra.
Ma il "riscatto" culturale di Prato è affidato anche alla società di produzione cinematografica Bellosguardo, creata da un gruppo di imprenditori pratesi, che ha investito 600mila euro nella realizzazione del film "Cenci in Cina", diretto dal pratese Marco Liberti e in uscita in tutta Italia il prossimo settembre. «È un omaggio alla mia città, dove ho cominciato a 16 anni con un corso video organizzato dal Comune, e dove torno dopo oltre venti per la mia opera prima da regista cinematografico», racconta Limberti, alle spalle quattro serie tv, tra cui la sitcom "Love bugs", e 23 film come aiuto regista «grazie agli amici Nuti, Veronesi, Pieraccioni e Ceccherini».
«Credo molto nell'iniziativa privata - sottolinea Limberti - e ho trovato disponibilità: basta pensare che sono passati appena sei mesi da quando abbiamo parlato per la prima volta del film, che affronta in modo ironico il problema della convivenza con la comunità cinese, a quando abbiamo girato il primo ciak. Il nostro sogno è che molti dei capannoni che oggi chiudono per la crisi del tessile, riaprano presto come teatri di posa per le produzioni Bellosguardo».
(Si.Pi.)

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